Ugo Attardi (1923-2006)

Fu un artista di fama internazionale e uno dei più poliedrici del panorama culturale del Novecento italiano. Per Attardi l’opera d’arte è chiamata a “inverare un’apparenza”. Qui il termine “apparenza” viene inteso sia con il significato di “apparizione” che di “parvenza”. Così è l’immagine in pittura; ed è ad essa che l’intende conferire realtà propria in modo che possa vivere di vita autonoma e agire su colui che con essa viene a contatto. Vero artista sarebbe il demiurgo che ha il potere di mutare l’oggetto in soggetto di stupore e di meraviglia rivelator dell’essere. La verità che Attardi vuole attingere nelle sue opere è la rivelazione della loro segreta bellezza nel momento in cui trova forma il loro essere. La mostra propone un viaggio attraverso la produzione artistica del maestro siciliano cercando di toccare tutti i temi e i soggetti a lui cari: la violenza, la città, le donne, l’eros, il ballo, il viaggio e il mito prendono vita nelle opere figurative esposte. Non a caso, in quanto per Attardi sola la figuratività era un elemento della modernità per la sua potenza espressiva e il suo fascino perché in grado di esprimere l’impura essenza dell’uomo e la sua eroica grandezza. Eroica grandezza dell’uomo che vive con la sua fragilità in una società sempre più frammentaria come viene metaforicamente messo in evidenza nel dipinto “Palinuro a New York”.

Non c’è dubbio che il ” tempo maggiore “ di Attardi incominci dopo il ’60. Tuttavia, chi conosce per per intero la sua vicenda d’artista non può fare a meno di ricordare le sue prime opere, in particolare i suoi primi fogli, quelli cioè eseguiti nella prima metà degli anni Cinquanta. Disegni realisti di quest’epoca, dove i personaggi del suo Sud avevano già uno spessore e una verità, una presenza, che superavano qualsiasi precettistica formale. Sin d’allora Attardi sapeva cogliere con segno sicuro il peso dolente di un corpo, il significato di un gesto, e sin d’allora l’adesione ai sui temi si caricava su un pathos autentico e forte. Di lui Carlo Levi ha scritto : ” Sente la violenza come ragione negativa del mondo. Violenza in tutti i sensi, in tutti i piani, in tutte le accezioni “ La tematica proposta da Attardi attraverso le sue opere, oggi particolarmente attuale , è quella della violenza. Violenza in ogni campo, in ogni senso. Dalla più evidente, la violenza degli assassini, a quella più sottile e penetrante perpetrata sulle idee, la violenza psicologica da Attardi sia esplicitamente che attraverso una simbologia di tipo storico, ma anche del vivere quotidiano, è sicuramente la chiave di lettura del suo lavoro. Un’altro tema dominante nell’opera di Attardi è quello dell’amore. Non una passione romantica, ma un erotismo che appare sempre in uno stretto rapporto con il tema della violenza.

ARCHIVIO STORICO UGO ATTARDI
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